Un Anno Fa…Caso Froome, caso chiuso con assoluzione completa! Nessuna sanzione e tutti i risultati confermati
Si chiude con l’assoluzione completa di Chris Froome il Caso Salbutamolo. Lo annuncia ufficialmente l’UCI oggi a conclusione delle indagini, confermando le indiscrezioni emerse nella mattinata. Con un comunicato ufficiale l’Unione Ciclisti Internazionale rende dunque noto che “la procedura antidoping iniziata contro Chris Froome è ormai chiusa“. Completamente assolto dunque dall’aver superato l’assunzione di 800 microgrammi di salbutamolo (malgrado una concentrazione superiore a 1000 ng/ml, considerata la soglia massima), il Keniano Bianco conserva tutti i risultati ottenuti dal momento della positività, risalente al 7 settembre scorso (con la comunicazione ricevuta il 20 dello stesso mese). Nello specifico, resta dunque il vincitore della Vuelta a España 2017 e del Giro d’Italia 2018, oltre che della medaglia ai campionati del Mondo di Bergen 2017.
Dopo quasi dieci mesi di battaglia legale, in base alla documentazione fornita dai legali del corridore il 4 giugno 2018, l’AMA ha dunque riconosciuto che Froome non deve essere sanzionato in quanto non ha commesso alcuna violazione del regolamento antidoping. Allineandosi alla decisione dell’Agenzia Mondiale Antidoping, comunicata internamente il 28 giugno, l’UCI ha dunque scagionato il Keniano Bianco da ogni accusa non considerando la non negatività come risultato di una assunzione superiore al limite consentito dalla sua autorizzazione terapeutica.
A questo punto sembra destinata a cadere rapidamente la richiesta di ASO di escludere Chris Froome dal Tour de France 2018 che partirà questo sabato 7 luglio. L’appello in cui la Sky doveva presentare ricorso che si sarebbe dovuto tenere domani dovrebbe infatti essere annullato, visto che la richiesta di ASO si basava sostanzialmente sulla mancanza di una certezza riguardo la leggittimità del Keniano Bianco di correre, potendo così arrecare un danno all’immagine della corsa nel caso in cui fosse poi stato squalificato. Decaduta questa evenienza (peraltro con la decisione che è stata avallatta sia da AMA che UCI, quindi non si vede chi potrebbe fare appello), il Keniano Bianco sembra dunque certo di poter correre la Grande Boucle e inseguire la leggenda…
A questo punto il sistema antidoping non esce solamente sconfitto riguardo questo singolo caso, ma l’intera regolamentazione riguardo questa sostanza e più in generale le AUT, Autorizzazioni ad Uso Terapeutico, che rappresentano una evidenza zona grigia, perfettamente legittima, ma che va indubbiamente definita in maniera migliore per evitare altre stalli come questo (senza contare le polemiche infinite che ormai da quasi due anni vanno avanti). Da evitare inoltre che solo corridori dal grande profilo come Froome possano permettersi una difesa che li scagioni, mentre altri, eventualmente e ipoteticamente a parità di condizioni, si trovino a dover fare scelte diverse (anche se ovviamente a questo punto la difesa vincente di Chris Froome costituirà chiaramente un precedente, perlomeno per quanto riguarda la sostanza specifica).
Con una difesa di circa dieci milioni di euro il Keniano Bianco è dunque riuscito a respingere le accuse, anche se la macchia all’immagine in ogni caso resterà. Ora dunque bisognerà mettersi a tavolino e cercare nuove regole che possano portare a maggiore chiarezza, celerità e semplicità di applicazione. Un compito gravoso spetta dunque ora all’AMA: non solo rifare il regolamento, ma ridare credibilità.
“Anche se l’UCI avrebbe preferito ovviamente che la procedura fosse finalizzata prima durante la stagione, ha dovuto assicurarsi che i diritti della difesa di Froome fossero rispettati, come sarebbe stato il caso per qualsiasi altro corridore, e che la decisione corretta fosse presa – si legge nel comunicato UCI, nel quale si cerca di spiegare la lunghezza della procedura, nei suoi passaggi – Avendo ricevuto la posizione dell’AMA il 28 giugno 2018, l’UCI ha preparato e ufficializzato la sua decisione motivata il più rapidamente possibile viste le circostanze.
L’UCI comprende che questa decisione susciterà numerose discussioni, ma vuole rassicurare tutti coloro che sono impiegati o interessati nel ciclismo sul fatto che la decisione è basata sul parere di esperti, sul parere dell’AMA e di una valutazione completa dei fatti. L’UCI spera che il mondo del ciclismo possa dunque ora concentrarsi sulle prossime corse del calendario ciclistici e godersele”.
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